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Fu sua l'idea del rivoluzionario computer, che uscì nell'84
Addio a Raskin, papà dimenticato del «Mac»
Suoi alcuni dei concetti oggi più comuni nel mondo dei computer. Lasciò Apple nel 1981 per contrasti con l'azienda
STRUMENTI
Jef Raskin (dal suo sito)
SAN FRANCISCO
- «Sono solo una nota a pie' di pagina, ma sono orgoglioso della nota che sono diventato». Così si schermiva in un'intervista Jef Raskin, il misconosciuto padre del Macintosh, morto sabato nella sua casa di Pacifica (California) all’età di 61 anni.
Raskin era, come lo definisce il suo stesso sito nell'elogio funebre, «un matematico, un solista d'orchestra e un compositore, un professore, un ciclista, un disegnatore di aerei e un pioniere del campo dell'interazione uomo-macchina». Proprio in quest'ultimo settore la sua vita si intreccia a quella del Macintosh, il rivoluzionario computer dall'interfaccia a icone che lui stesso ideò come «impiegato nr. 31» alla Apple dei primi anni Ottanta, azienda in cui era entrato nel '78. A lui si devono concetti ormai comunissimi nel mondo del personal computer come il «clicca e trascina» che si fa con le icone del desktop.
Un Macintosh (da Internet)
Il nome Macintosh viene dalla sua varietà di mele
(«apple») preferita, la McIntosh, poi modificata in Macintosh (oggi da tutti abbreviato in «Mac») per evitare guai con il copyright. Uno degli obiettivi di Raskin, che credeva fermamente nel computer come mezzo per aiutare le persone nelle loro attività, era quello di arrivare a produrre una macchina elettronica a un prezzo abbordabile, diretto a tutti e molto facile da usare. Dopo un contrasto con la direzione dell’azienda, Jef Raskin lasciò la Apple nel 1981, tre anni prima della commercializzazione del Macintosh. Consegnando di fatto il suo nome all'oblio dei più, ma non dei Maccisti più appassionati che lo riconoscono tra i papà di un computer capace di fare la storia dell'informatica.
P. Ott.
02 marzo 2005